L’opera prima di Fernando Muraca volge al femminile lo sguardo sulle
mafie e sulla lotta dello Stato contro di esse, adattando il romanzo Il
cielo a metà di Monica Zapelli (anche cosceneggiatrice) e tratteggiando
tre esempi di sesso debole che deve, per amore, per etica o per
sopravvivenza, farsi più forte degli uomini. Il presupposto, però, si
mangia il film: lo sguardo acerbo di Muraca e la sceneggiatura esile e
farraginosa non sostanziano l’intento dell’operazione, limitandosi a
evidenziare, per giustapposizione, le nature più simili che opposte
delle donne, siano esse assetate di potere o di giustizia.